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Vorrei precisare che questi lavori non sono fatti da me ma dalla fidanzata di mio fratello che li ha scritti e ha pensato di postarli in modo che qualcuno potesse apprezzarne il contenuto.

L’Amicizia e l’amore non hanno età 3

venerdì 27 luglio 2012

Rimanevano solamente due mesi alla fine dell’anno e alla consegna dei diplomi.
Serena stava male, mangiava poco e ogni settimana era sempre più magra.
Le mancava l’amore che ogni mattina come “buon giorno” le dava un bacio e l’abbracciava, le passeggiate lungo mare mano nella mano raccogliendo conchiglie per formare un cuore…
Arrivò il giorno del ballo di fine anno e il tema era “ BALLO REALE”, ora tutto stava nel trovare l’accompagnatore ma Serena decise di andarci comunque da sola.
Scelse un vestito meraviglioso, era lungo, pieno di brillantini e di colore azzurrino, i capelli li raccolse lasciando solamente due ciocche a boccoli che le cadevano sul viso, le scarpe con il tacco e dello stesso colore del vestito.
Quando arrivò a scuola attirò l’attenzione di tutti.
La giuria era composta dal professore stranamore di arte, dalla professoressa di matematica e dal preside.
Chi vinceva come reginetta aveva l’onore di ballare con il professore stranamore e il re con la professoressa di matematica.
Dopo vari balli da discoteca arrivò un lento e un compagno di classe di Serena, Edwige, la invitò a ballare, finalmente nel viso le spuntò un bel sorriso, ridevano, scherzavano e il suo compagno le disse:” cosa c’è che non va? Ti vedo triste da un bel po’ di tempo” e lei con un sorriso rispose:” non ti preoccupare, oggi non voglio pensare a niente, voglio solo divertirmi” e lui rispose con un sorriso e continuarono a ballare.
Durante il ballo di punto in bianco abbassarono la musica ed Edwige disse a Serena:” ah, finalmente ci sarà  l’elezione”.
Serena era più agitata e nervosa del solito perché sapeva che la ragazza eletta reginetta doveva ballare con il suo adorato professore.
I professori diedero la parola al preside, si alzò e cominciò a parlare:” Dunque ragazzi, sono felice di far parte di questa meravigliosa giuria, come saprete, è molto difficile fare una scelta perché siete tutti bellissimi” fu interrotto da applausi e fischi di gradimento facendo ridere tutta la giuria.
Serena guardava imperterrita il professore e ogni volta che lui rideva le si illuminavano gli occhi dalla bellezza del professore, perché rideva con tutto il cuore,  gli spuntavano le fossette e gli spuntava una vena longitudinale nella fronte, che la faceva impazzire. Era sempre più nervosa e il professore lo notò e le fece capire che non si doveva preoccupare e di stare tranquilla.
Il preside riprese a parlare:” allora ragazzi, finalmente è arrivata l’ora di eleggere reginetta del ballo Serena e Edwige” furono illuminati da una luce e il preside li invitò a salire sul palco per la premiazione, facendogli i complimenti.
Dopo l’incoronazione Edwige andò dalla professoressa di matematica invitandola a ballare e il professore andò da Serena e la portò nella pista da ballo, questa era decorata con nastri blu e bianchi cadenti dal tetto della palestra e per terra dei palloncini dello stesso colore dei nastri, negli angoli della palestra vi erano dei tavoli con bibite e stuzzichini e sul palco un dj che invitava gli altri a ballare.
Durante il ballo Serena arrossiva sempre di più e stringeva sempre di più a se il suo prof. Il professore, mentre la guardava, notò questo disagio e le sorrise alzando lo sguardo verso il tetto, e a bassa voce le disse:” quando finisce il ballo vado nello spogliatoio maschile, tu dopo due minuti se puoi mi raggiungi, sarò li ad aspettarti, ti devo parlare”, Serena fece cenno di si e quando terminò il ballo il professore si diresse nello spogliatoio, un po’ nervoso anche lui.
Non la lasciarono andare subito finché non inventò la scusa di dover andare in bagno. Arrivata nel corridoio alzò il vestito con le mani per agevolare la corsa nell’andare dal professore.
Serena entrò e il professore le andò incontro poggiandole le mani calde nelle guance rosse e le disse:” tu sei il mio inizio, il mio sostegno soprattutto per superare e tener testa all’orrenda malattia che ho, sei il mio risveglio da un incubo che non augurerei a nessuno, quando sto male e stai con me, quei momenti di dolore li trasformi in preziosi minuti perché sai farmi distrarre dal dolore con la tua bellezza e i tuoi atteggiamenti, mi rallegri la vita. Sei tutto per me, ma mi rincuora e, allo stesso tempo, far star male dirti quello che sto per dirti” Serena aveva le lacrime agli occhi e il cure le batteva a mille, il professore la fece sedere accanto a lui e mentre le teneva le mani le disse:” nonostante i sentimenti che provi per me sono ricambiati da parte mia, il sogno non si può avverare almeno finché sarò tuo insegnante e, se  scoprissero qualcosa, sai i problemi che dovrei passare. Dai ti mancano pochissimi giorni per finire il quinto anno e diplomarti, bisogna solo resistere e non far capire niente a nessuno.”
Il professore si alzò, con la mano accompagnò Serena per alzarsi e l’abbracciò a lungo. Tutto ad un tratto, il professore si contorse e cadde per terra dal dolore, facendo spaventare Serena. Pieno di dolore le disse:” vai nel mio studio e nel primo cassetto c’è una bottiglietta contenente un liquido blu, prendila e portamela il più velocemente possibile” mentre stava per andare la chiamò e le disse:” Serena!! la chiave, tieni” e lei:” si! Giusto, la chiave ”.
Andò nello studio, prese la bottiglietta, si accertò che non la vedesse nessuno e ritornò correndo dal professore. Quando finì di bere Serena lo fece coricare per terra facendogli poggiare la testa sulle sue gambe  e, in attesa che si riprendesse, lo accarezzava. Dopo un ora si riprese e l’accompagnò a casa e ricevette come buona notte, un bacio sulla fronte.
Finalmente dopo quindici giorni Serena si diplomò e la sera stessa il professore la invitò a cena a casa sua. Passarono una serata bellissima, seduti sul divano a parlare, lui poggiato nel bracciolo e con la mano sullo schienale della poltrona, lei, invece, seduta di fronte a lui.
Il professore iniziò il discorso dicendo: ” spero ti stia divertendo con me stasera” e lei felice: “ certo che mi sto divertendo, con te sto molto bene e mi fai star bene in qualsiasi situazione, tranquillo” e lui: “ in qualsiasi situazione? E se partissi e non tornassi più?”  Serena gli rispose dicendogli: “ smettila, tu non parti” dandogli uno schiaffo nel braccio, ma non ci riuscì perché il professore la fermò e la tirò verso di lui dandogli un bacio nella guancia e poi nella fronte, abbracciandola le disse: “ tranquilla, non ti lascio da sola, ci tengo molto a te, non ho mai incontrato una ragazza come te” e lei meravigliata gli disse: “ sono molto contenta di questo, perché cosa ho di diverso rispetto alle altre ragazze?” e lui sorridendo rispose: “ prima di tutto hai un carattere meraviglioso, poi consideriamo il rischio che corri standomi vicina per via della malattia e non hai paura di me e questo lo apprezzo molto, sei molto coraggiosa” lei felice e con gli occhi lucidi sussurrò: “ mi fido di te e so che anche se stai male per via della malattia non mi faresti mai del male, anche se diventeresti aggressivo” e lui: “ Serena non la prendere tropo alla leggera la malattia, non so come potrei reagire perché non sono in me in quel momento, da alcuni giorni è cambiata la situazione, quando sento il dolore per la mancanza del liquido il colore degli occhi mi diventa blu come il mare e mi si abbassa la vista, quindi sta sempre attenta, se capita scappa e vai lontano da me” Serena prendendogli la mano disse: “ mi fido, non ti preoccupare, in quel momento non ho paura ma vorrei solamente aiutarti, sto molto male quando ti vedo in quello stato, come pochi mesi fa, ti ricordi? Mi hai fatto spaventare a morte, credevo di averti perso” il professore con un sorriso rispose: “ tu non mi perderai mai, non ti abbandonerò mai”.
Continuarono tutta la serata a parlare e il professore a fare spaventare Serena fingendo di star male.



Antonina Lentini

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti, carina come storia

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